Territorio
Sostenibilità
Novità, curiosità ed eventi
- 08 apr 2025

RUBRICA Eco di Montagna: Sul ghiaccio è tutta una questione di equilibrio

I ghiacciai vivono in costante equilibrio tra accumulo invernale e fusione estiva: scopri come il bilancio di massa ne determina l'espirazione o il ritiro.

  1. Home -
  2. Blog del gusto -
  3. RUBRICA Eco di Montagna: Sul ghiaccio è tutta una questione di equilibrio

Cercando di semplificare al massimo le dinamiche che regolano la vita dei corpi glaciali si potrebbe ridurre il tutto a un semplice concetto: il ghiacciaio è alla costante ricerca di equilibrio. Questa ricerca di equilibrio è dominata dalla continua lotta tra due fattori: l’accumulo di neve, che avviene principalmente durante la stagione invernale, e l’ablazione, ovvero la fusione del ghiaccio durante i mesi più caldi.

Sulla superficie di un ghiacciaio si distinguono dunque due zone:

  • La zona di alimentazione, situata nelle porzioni più in quota, dove la neve caduta durante l’inverno resiste tutto l’anno, si accumula e si trasforma fino a divenire ghiaccio;
  • La zona di ablazione, caratterizzata dal completo scioglimento della neve caduta durante l’inverno e anche di parte del ghiaccio.

La differenza tra la massa accumulata durante l’inverno e quella persa durante l’estate determina il bilancio di massa del ghiacciaio. Se il bilancio è positivo per diversi anni consecutivi (accumulo>ablazione), il ghiacciaio tenderà ad espandersi e a raggiungere quote sempre più basse, dove le temperature via via crescenti andranno ad arrestarne l’avanzata. Al contrario, quando il bilancio è negativo (ablazione>accumulo), situazione che si verifica da decenni su tutti i ghiacciai alpini, il ghiacciaio tenderà a cercare un nuovo equilibrio ritirandosi a quote più elevate.

Fusione dei ghiacciai: le crioconiti

Tra i diversi fenomeni che contribuiscono alla fusione del ghiacciaio ci sono anche le conche crioconitiche.

Le crioconiti sono particolari accumuli di polvere aerodispersa che si deposita sulla superficie dei ghiacciai e sulla soprastante copertura nevosa. Il termine fu coniato dall’esploratore svedese A.E. Nordenskiöld durante un viaggio in Groenlandia nel 1870 per descrivere tasche di polvere fina, amorfa di cui era disseminata la superficie del ghiacciaio continentale: “Kryos”- freddo e “Konis”- polvere.

La polvere aerodispersa si deposita sulla superficie del ghiacciaio tutto l'anno, concentrandosi nelle conche durante il periodo di ablazione, caratteristico della stagione tardo primaverile - estiva. In seguito all’aumento di  assorbimento di calore dovuto al deposito scuro, il ghiaccio circostante fonde e si formano delle vaschette a conca, i cosiddetti “cryoconites holes” in cui sedimenta il deposito. Il processo si arresta quando il calore diurno non risulta più sufficiente a continuare la fusione.

Quando le temperature tornano al di sotto del punto di fusione (e con ulteriori precipitazioni) lo strato di ghiaccio si riforma “tappando” temporaneamente la conca, che gli anni successivi si arricchirà di nuovo materiale.

Le crioconiti sono un ottimo indicatore ambientale che testimonia dinamiche globali su un orizzonte temporale di svariati anni.

Credito foto: Commissione Glaciologica SAT